Jafar Panahi, l'hanno incontrato Luisa Ceretto e Andrea Morini nella sua casa a Teheran

"I nostri film offrono una lettura stratificata, consentendo di poter comunicare con tipi diversi di pubblico, facendo sì che lo spettatore, a seconda dello strato che riesce a cogliere, sia libero di relazionarsi con ciò che vede e di soffermarsi alla superficie del racconto o, invece, di intravvedere la profondità delle problematiche sociali di cui il film si fa portavoce. La storia di un film è come un muro bianco dove vengono appesi alcuni quadri e ognuno di noi, a seconda della propria capacità, può cogliere i dettagli..." Così raccontava Jafar Panahi, il regista iraniano recentemente arrestato, il 30 settembre 1997 in occasione di un incontro con Luisa Ceretto e Andrea Morini, tenutosi a casa sua a Teheran.
La conversazione è stata pubblicata sui "Quaderni del Lumière" n° 23, novembre 1997, Il cinema dei Paesi del Sud. SGUARDI SULL'IRAN a cura di Luisa Ceretto e Andrea Morini, edito in occasione dell'omonima rassegna promossa da Cineteca di Bologna, Farabi Cinema Foundation e Mostra Internazionale del Cinema Libero


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